EN ISO 14119:2013

EN ISO 14119:2013

La norma descrive la scelta e l’impiego di dispositivi di interblocco / interblocchi, con o senza meccanismo di ritenuta, su porte, coperture e altri ripari mobili di protezione. Con dispositivi di interblocco si intendono i finecorsa di sicurezza che sono installati sui ripari e garantiscono, all’apertura del riparo, l’arresto sicuro della macchina o dell’impianto.
I dispositivi di interblocco dotati di meccanismo (meccanismi) di ritenuta consentono l’accesso solo quando non sussiste più il rischio di infortunio, p. es. movimenti dovuti ad inerzia pericolosi della macchina.
La norma sosituisce la EN 1088:2007 rimasta in vigore fino al 30 aprile del 2015

I principali cambiamenti introdottisono: -

la nuova classificazione e relativa definizione di quattro differenti tipi di interblocco;

- la nuova scomposizione in elementi dei dispositivi di interblocco e valutazione delle problematiche connesse al singolo elemento;

- la minimizzazione delle possibilità di “neutralizzazione in un modo ragionevolmente prevedibile” in fase di progettazione e le misure per minimizzarne la possibilità di accadimento;

- le considerazioni sulle condizioni ambientali per la scelta del dispositivo di interblocco;

- il dimensionamento ed il posizionamento dei dispositivi di interblocco con funzione di blocco in base alla forza di tenuta;

- le funzioni supplementari di sbloccaggio.
 

La norma interessa sia i progettisti dei sistemi di interblocco (ad es. costruttori di macchine e integratori) sia i produttori dei dispositivi. È importante notare che ciò vale per la progettazione di nuove macchine. Non è detto infatti che vi siano implicazioni per le installazioni già esistenti, anche se sono previsti requisiti relativi alla manutenzione, alle verifiche funzionali ed alla sostituzione dei componenti

La norma pone particola atteziona alla protezione contro la manipolazione e l'elusione.

Già nella direttiva è rischiesto al punto 1.4 dell'allegato I che i ripari e i dispositivi di protezione 

- non devono essere facilmente elusi o resi inefficaci.

 

Elusione: azione che rende inoperativo un dispostivo di interblocco o lo scavalca con il risultato che la macchina è utilizzata in un modo differente da quello previsto dal fabbrciante o senza le misure di sicurezza necessarie

Elusione ragionevolemnte prevedibile: elusione effettuata manualmente o con l'utilizzo di oggetti facilmente disponibili

 

Più dispositivi con contatti puliti (ad es. elettromeccanici) collegati in serie

Il cosiddetto mascheramento dei guasti, o “shadowing”, e la possibilità di un reset non intenzionale in seguito ad una condizione di guasto sono sempre stati problemi comuni nei sistemi di sicurezza caratterizzati dalla presenza di più dispositivi con contatti puliti (elettromeccanici) collegati in serie. La nuova norma chiarisce che durante il calcolo di questi parametri in conformità a (EN) ISO 13849 o IEC 62061 occorre tenere conto dell’effetto sulla copertura diagnostica (Diagnostic Coverage, DC) e quindi sul livello prestazionale (Performance Level, PL) o sul livello di integrità della sicurezza (Safety Integrity Level, SIL) risultanti.

La norma pone l'accento sul fatto che la funzione di interblocco e quella di bloccaggio sono 2 funzioni di sicurezza separate
con PLr che possono anche essere diversi (PLr Bloccaggio < PLr interblocco)

Restrizione relativa all’esclusione dei guasti per PLd per singolo punto di guasto

La norma chiarisce che. per i dispositivi di interblocco che si basano sulla “esclusione di guasto”, in generale si può arrivare al massimo al livello PLd, poiché tali dispositivi hanno un singolo punto di guasto . Il singolo guasto potrebbe essere dovuto alla chiave (attuatore) o a qualche parte del collegamento meccanico. Un guasto singolo come questo può far sì che entrambi i contatti elettrici di uscita trasmettano un segnale errato. I contatti daranno sempre una risposta univoca, giusta o sbagliata.La possibilità che un singolo guasto meccanico determini una perdita della funzione di sicurezza può essere evitata mediante la tecnologia di interblocco senza contatto a due canali

Dispositivi di interblocco di uso non frequente

Alcuni tipi di dispositivi di interblocco per ripari mobili richiedono che il riparo sia aperto affinché inizino i test per individuare i guasti non ancora rilevati. Le situazioni descritte in precedenza sono chiarite dalla nuova norma, e viene specificato che, nel caso in cui il riparo mobile non sia utilizzato frequentemente, si dovrà prevedere l’esecuzione di un test funzionale almeno una volta al mese per il livello PLe e almeno ogni 12 mesi per il livello PLd per rilevare eventuali guasti accumulati. Il test funzionale di norma prevede l’apertura e la chiusura del riparo mobile

Enfasi sulla funzionalità separata, ad es. monitoraggio del riparo, monitoraggio del blocco, bloccaggio

In passato, era prassi comune considerare i dispositivi di interblocco come provvisti di un’unica funzione di sicurezza, mentre la nuova norma auspica un approccio più approfondito. Un dispositivo di interblocco con blocco della protezione, ad esempio, può prevedere sia una funzione di monitoraggio della posizione del riparo mobile, che una funzione di blocco del riparo. Ognuna delle due funzioni può richiedere un livello PL diverso. Secondo la norma, i dispositivi di blocco devono essere contrassegnati da un nuovo simbolo per indicare che la funzione di blocco è monitorata.

Tecniche di blocco bistabili

La norma riconosce i principi “alimentare per bloccare” ed “alimentare per rilasciare”, a cui viene attribuito lo stesso stato preferenziale del principio “alimentare per rilasciare” nel caso di applicazioni in cui la funzione di blocco è correlata alla sicurezza.
 
Blocco elettromagnetico

La norma riconosce anche il principio “alimentare per bloccare”, ma ora vi sono requisiti specifici da osservare. Ad esempio, è richiesto il monitoraggio continuo della forza di ritenuta, e si devono adottare delle misure deterrenti per evitare l’elusione mediante forzatura. Per la maggior parte dei blocchi elettromagnetici è necessario tenere conto di quanto previsto anche per il principio “alimentare per bloccare” (vedere di seguito: Principio “alimentare per bloccare”).
 
Principio “alimentare per bloccare”

La norma chiarisce che la perdita di alimentazione determina lo sbloccaggio del riparo. Nel caso di applicazioni in cui la funzione di bloccaggio ha implicazioni connesse alla sicurezza (vedere “Installazione – Distanza di sicurezza minima”), la norma prevede che venga raggiunto un livello di sicurezza equivalente ai principi di blocco “alimentare per rilasciare” o bistabili. Nel caso di determinate applicazioni ciò potrebbe precludere l’utilizzo di una soluzione “alimentare per bloccare”.

Test per la verifica della forza di ritenuta

È stato introdotto un nuovo test con un coefficiente di sicurezza del 130%. Ad esempio, un dispositivo con forza di ritenuta massima specificata (FZh) di 1.000 N deve superare una prova (F1 max) a 1.300 N.
 
Forza massima del riparo mobile

Un allegato fornisce indicazioni sulle forze statiche massime che una persona può esercitare su un riparo mobile. Ciò è molto utile per determinare la forza di ritenuta specificata (FZh) richiesta a un dispositivo di bloccaggio per un’applicazione specifica.

Classificazione dei dispositivi di interblocco

La norma prevede un nuovo sistema di classificazione dei dispositivi di interblocco, che ora sono suddivisi nei tipi da 1 a 4 (vedere Tabella 1 sotto riportata). Questi “tipi” non si basano su una suddivisione gerarchica, e non devono essere confusi con i “tipi” definiti per altre tipologie di prodotti, ad esempio per le barriere fotoelettriche.

Tipo 1: dispositivo di interblocco con un interruttore di posizione attuato meccanicamente con un attuatore non codificato
Tipo 2: dispositivo di interblocco con un interruttore di posizione attuato meccanicamente con un attuatore codificato

Tipo 3: dispositivo di interblocco con un interruttore di posizione attuato senza contatto con un attuatore non codificato
Tipo 4: dispositivo di interblocco con un interruttore di posizione attuato senza contatto con un attuatore codificato

 

Defeating

La più evidente novità introdotta dalla EN ISO 14119:2013 in merito alla minimizzazione della possibilità di defeating in modo ragionevolmente prevedibile, consiste nell’indicazione preliminare che viene data ovvero quella di ridurre al minimo l’interferenza tra il dispositivo di interblocco e l’operatività della macchina e le altre fasi della vita della stessa, in modo da minimizzare qualsiasi incentivo al defeating ovvero ad operare qualsiasi azione che lo renda non funzionante o lo bypassi. Il dispositivo di interblocco deve infatti facilitare l’operatività della macchina in particolare durante la manutenzione (ndr fase spesso coinvolta in dinamiche incidentali) e le operazioni di servizio e l’operatività della macchina senza guasti di funzionalità (es. arresto dell’operatività).

La manomissione non può essere impedita con mezzi tecnici. Esiste sempre una possibilità di aggirare un riparo, per esempio svitando un elemento di recinzione accanto al riparo mobile oppure rimuovendo la copertura di una macchina.
Anche se è vero che la manomissione non si può impedire, è sempre possibile renderla difficile. La EN ISO 14119 fornisce chiare indicazioni a proposito. Queste riguardano misure semplici come l’installazione del dispositivo di interblocco in posizione nascosta, ma anche misure a livello del sistema di controllo, come una verifica della plausibilità. La scelta, però, non è del tutto libera. A seconda del tipo di finecorsa e del livello di codifica sono previste diverse possibilità. La soluzione più facile è di usare un finecorsa del tipo 4, con alto livello di codifica. In questo caso basta che l’azionatore venga fissato in modo non allentabile.

Interblocchi con livello di codifica basso, per esempio, devono avere essere montati con sistemi non smontabili (sladatura, rivettatua);

è inoltre raccomandato il controllo della plausibilità. Devono inoltre avere a scelta: 

- montaggio fuori portata

- ostruzione fisica che impedisca che si possa inserire attuatore diverso

- montaggio in posizione nascosta

- test ciclico

 

Uno degli aspetti più importanti della nuova edizione della norma (EN) ISO 14119 è che essa esamina la progettazione e la selezione dei dispositivi di interblocco, fornendo indicazioni utili in merito e prevedendo l’utilizzo di tecnologie elettroniche e programmabili complesse, come la codifica RFID.

 

L'inail ha fornito un interessante documento dal titolo " IL DEFEATING DI UN DISPOSITIVO DI INTERBLOCCO ASSOCIATO AI RIPARI " che riassume i principali temi trattati dalla norma

 

/immagini/files/alg-il-defeating-di-un-dispositivoi-di-interblocco-associato.pdf

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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